Incontro del 30 maggio 2015

GITA DI PRIMAVERA

i giardini storici all’italiana

Magnificata da una splendida giornata di sole, il 30 maggio scorso ha avuto luogo la tradizionale gita di primavera, dedicata quest’anno al Viterbese che vanta la più alta concentrazione di giardini storici all’italiana. 

Una giornata all’aria aperta deve aver molto sollecitato i Soci, perché il pullmann da 50 posti era pressoché al completo.

La prima tappa è stata a Vignanello.   Abbiamo visitato il Castello Ruspoli arricchito da uno dei più bei parchi italiani e sostato al fresco delle famose querce centenarie.

Il Castello si è formato intorno ad una rocca dei frati benedettini intorno all’853, quando il territorio apparteneva ancora allo Stato Pontificio.

Come lo si vede oggi, fu voluto dalla moglie di Marc’Antonio Marescotti, Ottavia Orsini, figlia di Giulia Farnese,  che nel 1611 decise di realizzare un giardino sulla dorsale del promontorio ad est del palazzo.

Il giardino è articolato in varie parti: il giardino di verdura e il giardino segreto posto ad un livello più basso, il Barchetto e il Barco, usati per la caccia.

Il giardino di verdura costituisce la parte più interessante e meglio conservata dell’intero complesso. E’ suddiviso in 12 parterre il cui perimetro è composto da siepi di alloro, lauroceraso e bosso, mentre i disegni interni sono formati da siepi di bosso meno alte. I parterre centrali racchiudono le iniziali di Ottavia Orsini e del figli Vicino e Galeazzo Sforza. Al centro del giardino si trova una pregevole peschiera.

Il complesso è tra i meglio conservati in Italia, anche perché il Castello, che nel 1704 prese il nome di Ruspoli con l’obbligo di tramandarlo, è ancora residenza della famiglia  Marescotti Ruspoli.   

Successivamente a Bagnaia siamo stati accolti da un luogo quasi incantato, Villa Lante, opera di Jacopo Barozzi da Vignola.  Certamente una delle maggiori realizzazioni del Cinquecento,  fu voluta dal potente cardinale Giovan Francesco Gambara a ridosso di un bosco, già riserva di caccia.

L’acqua è la vera protagonista di Villa Lante. La Villa è attraversata da un ruscello che sgorga in alto dalla roccia e scende, sfruttando il naturale pendio del terreno, attraverso uno spettacolare sistema di fontane e un trionfo di geometrie disegnate da siepi sempreverdi e statue di piperino, fino a placarsi nella Fontana dei Mori  (Giambologna). Eleganti balaustre suddividono la fontana in quattro bacini su cui galleggia una barca con un putto zampillante. Al centro un triplice cerchio di vasche culminanti nel gruppo dei quattro mori sorreggono lo stemma di Papa Sisto V.

Di notevole fattura sono anche le due palazzine simmetriche a pianta quadrata (Gambara e Montalto dal nome del cardinale che la fece costruire), adorne di soffitti a cassettoni, stucchi e affreschi pregevoli che tuttavia sembrano non voler interrompere il flusso  maestoso  e dirompente delle acque.

Non meraviglia che nel 2011  Villa Lante sia stato votata come il “Parco più bello d’Italia”  e che nel 2014 le sia stata dedicata una moneta commemorativa in argento (valore nominale  5.00 euro), inserita nella serie “Ville e giardini d’Italia” .

Una pausa di relax a Viterbo, dove abbiamo consumato la colazione nel tipico ristorante “Il Richiastro”.  E’ ubicato in un fabbricato che risale al Duecento, con  un giardino ispirato agli orti medioevali. Rinomato nella zona, offre una cucina rinascimentale, frutto di un’accurata ricerca accademica della proprietaria.

A coronamento della visita, precedentemente fatta al Museo Napoleonico di Roma,  e a chiusura della nostra giornata, con la guida della Socia, prof. Maria Vera Cresti, ci siamo spostati a Canino.  Infatti nella cappella di famiglia nella Collegiata dei  Santi Giovanni e Andrea, riposa la salma di Luciano Bonaparte, fratello cadetto di Napoleone. Proscritto dai Borboni durante la Restaurazione, si stabilì definitivamente in Italia, nella sua residenza di Canino.